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05/04/2021

I segreti degli adipociti svelati dalla moderna medicina

Gli adipociti in maniera ingiusta e superficiale sono stati considerati fino a qualche decennio fa come meri accumuli di goccioline di grasso all’ interno del tessuto connettivo. Queste cellule si possono osservare e palpare come ammassi di adipe nelle zone più critiche del corpo, quali l'addome, i fianchi e l’interno di cosce e braccia.
L’accumulo di adipe e quindi di adipociti è fortemente associata ad una dieta ipercalorica, dove prevalgono grassi saturi e zuccheri. Spesso si sente dire “ingrasso senza mangiare a causa del mio metabolismo lento”. Questa asserzione è quanto mai falsa, visto che riducendo l’ ingestione di cibo in senso lato, ci si accorge a vista d’ occhio di come il giro vita sia il primo ad assottigliarsi.
Prescindendo da discorsi di estetica somatica, possedere un numero elevato di adipociti non è per niente salutare per il nostro organismo. Infatti, è qui veniamo all’a spetto funzionale più moderno di queste cellule, gli adipociti non costituiscono banali magazzini di adipe, ma sono in grado di produrre fattori infiammatori nell’ organismo, svolgendo anche attività di supporto per la risposta immunitaria.
Per entrare in qualche dettaglio, essi sono anche in grado di scernere ormoni, conosciuti come adipochine. Al pari delle citochine, prodotte dalle cellule immunitarie, le adipochine svolgono funzioni similari, soprattutto, nel mantenere una condizione infiammatoria cronica di basso grado a livello dei vasi, del sistema nervoso centrale, del fegato e del rene. lnoltre, producono ormoni capaci di far aumentare il senso dell’appetito e diminuire quello della sazietà.
Pertanto, nei soggetti in sovrappeso/obesi e/o diabetici l’infiammazione rappresenta la complicazione più severa anche se apparentemente latente. Ad esempio, nei vasi si accumulano goccioline di grasso simili quelle presenti negli adipociti, costituendo il nucleo patologico attorno al quale si va ad organizzare la placa aterosclerotica. Quest’ultima porta ad una lenta occlusione dei vasi e, soprattutto, di quelli terminali come le coronarie, esitando il tutto nell’ infarto del miocardio.
Dal quadro patologico succitato ne discende che gli adipociti vanno controllati con la dieta.

Spesso piccoli accorgimenti nutrizionali sono sufficienti per ridurre il fuoco infiammatorio generato dagli adipociti. L’ introduzione più frequente e più massiccia di frutta e verdura nei pasti quotidiani potrebbe svolgere un duplice effetto. Infatti, da un lato, le fibre di questi alimenti, i cosiddetti “Prebiotici” diminuiscono il senso della fame, accumulandosi nell’ intestino, ma, soprattutto, contribuiscono ad arricchire la flora intestinale (microbiota) di batteri “buoni” anti-infiammatori. D’altro canto, alcuni pigmenti della frutta (i frutti di bosco, ad esempio) sono costituiti dai “Polifenoli”, sostanze che espletano attività anti- infiammatoria e anti-ossidante. Se infine come condimento si utilizza olio extra vergine di oliva, ricco in grassi insaturi e altre categorie di Polifenoli, possiamo ben affermare di aver sconfitto l’esercito degli adipociti.

Emilio Jirillo

Direttore Scientifico di Nutrisal®.

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