03/06/2021
La moderna nutrizione ha compiuto progressi da gigante negli ultimi venti anni. Infatti, lo studio dell’impatto del cibo, che quotidianamente ingeriamo, sul tessuto linfatico intestinale ha consentito di scoprire nuovi aspetti nutrizionali. Il cibo e i principi attivi in esso contenuti costituscono sostanze estranee all’ organismo, che in qualità di antigeni stimolano la risposta immunitaria intestinale.
Ad esempio, dopo un pasto si verifica nel tubo digerente un processo infiammatorio di bassa intensità come reazione all’ interazione cibo/sistema immune. In generale, l’intensità e la durata dell’infiammazione post-prandiale è regolata dai principi bioattivi presenti nel nostro pasto. Un’ alimentazione ricca in verdura, olio extra vergine di oliva, pesce e poca carne rossa è scarsamente infiammatoria visto che alcune sostanze come i polifenoli e i grassi omega-3 stimolano la cascata antinfiammatoria intestinale.
Questo avviene attraverso il coinvolgimento di linfociti T regolatori che hanno recettori specifici per le succitate sostanze, cui si aggiungono anche vitamina A e vitamina D. È chiaro che un’alimentazione ricca in grassi saturi, zuccheri e proteine stimola invece il sistema infiammatorio intestinale, che dopo qualche tempo da luogo ad una infiammazione sistemica vasale con danno talora irreparabile.
Su queste basi sono state avviate ricerche sulle popolazioni longeve delle zone blu (Sardegna, Grecia, Costarica, California e Giappone). Sono aree della terra dove l’alimentazione è basata sugli alimenti succitati, ivi incluse le alghe in Okinawa, cui si associa attività fisica per tutta la vita. Il popolo delle zone blu è rappresentato da persone che vivono in comunità, che si aiutano reciprocamente e hanno un programma di lavoro giornaliero anche in tarda età. Pertanto, alimentazione salutistica e mancanza di stress esistenziale sono il segreto della longevità.
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